Si chiama The Shard, la scheggia, ed è destinato a diventare uno dei luoghi simbolo di Londra. Il nuovo palazzo a firma di Renzo Piano sembra una scheggia infilzata tra le nuvole del cielo della City. Con i suoi 87 piani e 306 metri d’altezza (310 con l’antenna), The Shard vanta già diversi record: ad esempio quello per l’edificio più alto del Regno Unito, quello per la struttura più alta di Londra e soprattutto è il grattacielo più alto d’Europa (davanti al City Capitals di Mosca) e quarantacinquesimo nel mondo. L’edificio è stato definito una “città verticale”, perché al suo interno vi sono appartamenti, uffici, ristoranti e un albergo a cinque stelle.
Renzo Piano ha pensato questo edificio per dominare dall'alto l'intera capitale, ma non solo: è anche un simbolo della città sostenibile. La scheggia di vetro, infatti, costringerà i londinesi a servirsi dei mezzi pubblici, lasciano a casa le proprie auto. Proprio perché passa di fianco a una stazione ferroviaria, due linee della metropolitana, venti di autobus. Secondo Renzo Piano il segreto per una città più ecologica e sostenibile consiste nello spingere la gente a prendere i mezzi pubblici, creando una rete di trasporti funzionante: «All’auto bisogna rinunciare», sostiene Renzo Piano.
Elogio dell’ecosostenibilità - The Shard sfrutta l’energia solare e quella del vento: è ricoperto da 11 mila pannelli in vetro e gli ultimi 15 piani hanno funzione di radiatore, e sfrutta il vento per raffreddare tutti i locali, senza aria condizionata. Si stima un risparmio di circa il 35% del consumo di energia a cui si aggiunge anche il recupero e riutilizzo di neve e acqua piovana.
L’edificio è situato in una zona da recuperare e da rilanciare, dove c’è una delle stazioni di pendolari più grandi di Londra, London Bridge, a Southwark, un tempo sponda povera del Tamigi dove oggi ci sono la Tate Modern e il Globe Theatre. Oltre trecentomila persone passano di lì ogni giorno: the Shard si trova quindi in un punto di grande energia.
Così Renzo Piano definisce poeticamente la sua scheggia di luce che si infrange contro il cielo e lo riflette: «Il cristallo, inclinato, riflette la mobilità del cielo. Un cielo che io conosco bene e che amo. Il colore dello Shard cambia durante il giorno a seconda della luce. Partecipa al respiro della città. Ne è parte integrante. I londinesi l’adotteranno». Londra dà così il suo benvenuto a questa sua nuova ultramoderna icona architettonica.
Sara Sirtori
WeWrite, anno III, n.8, agosto 2012