Classificazione dell’università spagnola – Il sistema universitario spagnolo include due tipi di istituzioni: le università private e le pubbliche. Le università pubbliche spagnole sono di buona qualità se non hanno un esubero di iscritti, mentre le università private, di più recente costituzione, si mantengono su standard elevati.
Nella selezione di un istituto si deve considerare anche la sua “età” (data di fondazione). In Spagna sono presenti molte università centenarie, da Salamanca a Barcellona, da Madrid a Siviglia, Santiago di Compostela, Granada... autentici gioielli patrimoniali e architettonici. Nella maggioranza dei casi gli studi dipenderanno più dalla facoltà che dell'istituzione in sé.
1º passo: stage in azienda – Tutte le università mettono in comunicazione gli studenti con il mondo del lavoro in maniera differente. Alcune permettono ai giovani di introdursi nel mercato già durante il percorso di studi, attraverso degli stage. In molti casi il contatto con le imprese è a carico dell’università, mentre in altri casi lo studente può agire in maniera indipendente.
L'accesso agli stage dipende dalle università. Molte di queste si limitano a informare i propri alunni attraverso conferenze e a pubblicare offerte di lavoro all’interno dei propri spazi e sulle proprie pagine web, mentre altre hanno dipartimenti e uffici il cui obiettivo è trovare opportunità di lavoro per i propri studenti. Il meccanismo per accedervi differisce da università a università. In alcune di queste basta riempire un form on line, mentre altre stabiliscono requisiti che gli studenti devono possedere, come avere ottenuto più del 50 per cento dei crediti, oppure selezionano direttamente i candidati.
2º passo: assunzioni in azienda – È chiaro che nessuna università di qualunque paese dell'Europa può garantire al 100 per cento un inserimento in azienda dopo avere frequentato gli studi universitari, poiché molto dipende dalla situazione economica del paese e della domanda del mercato. Terminato il periodo di stage, molte rimangono soddisfatte del lavoro e danno la possibilità allo studente di continuare con loro dopo avere ottenuto la laurea. Ma per quelli che hanno meno fortuna o semplicemente preferiscono posporre questa possibilità, le università, attraverso gli "uffici di collocamento", aiutano i propri laureati a farsi largo nel mondo del lavoro, anche se ognuna con un meccanismo differente.
Le principali università pubbliche spagnole (Università Complutense di Madrid, le Autonome di Madrid e Barcellona, Pompeu Fabra e la privata Deusto, San Pablo Ceu e Università di Navarra, tra le altre), offrono questo tipo di servizi. Alcune, come San Pablo Ceu, dalle proprie pagine web propongono inoltre borse di studio per studenti che, una volta terminati gli studi, decidano di continuare il proprio percorso professionale all’estero. È il caso delle Borse di studio Argo (www.becasargo.net) o Leonardo da Vinci.
Alcuni degli alunni che hanno già provato la prima esperienza, come Laura Briones, studente di Pubblicità dell'università di Navarrina, affermano che fare stage durante gli studi permette di avere una visione più concreta di come è il mondo del lavoro. Oltre a offrire contatti e ad arricchire professionalmente e personalmente.
Invece altri si spingono più in là, come è il caso di Félix Hinojal, studente di diritto dell'Unav, che decise di fare uno stage come avvocato in Cina e che ricorda la propria esperienza con entusiamo: "Impari molto per tutto quello che riguarda l’impresa straniera, l'Amministrazione e l'impresa cinese e le relazioni giuridiche possibili tra esse; crei contatti, conosci il loro modo di pensare, come lavorano, le abitudini.
In definitiva le università spagnole, per quanto possibile, aiutano a inserirsi nel difficile mondo lavorativo, già sia in Spagna o all'estero. Ma senza nessun dubbio dipenderà sempre dal tipo di persona, dalle sue conoscenze, competenze e abilità. Laurearsi in un'università spagnola o in un'altra non garantisce il futuro di nessuno studente, sebbene gli accordi con le imprese siano diversi tra le varie università.
Estefania Morales Benítez
WeWrite, anno I, n. 7, luglio 2010