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Milano: Ritratti d’autore con Renzo Arbore

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Ritratti d'autore con Renzo ArboreEra da tempo che non si veniva contagiati dalla divertita esuberanza, musicale e non, di Renzo Arbore, quasi si pensasse a una sua fuoriuscita dal mondo dello spettacolo e dell'intrattenimento. L'occasione per fornire un bilancio della sua fortunata carriera e di suoi possibili progetti futuri, gli è stata concessa  nientemeno che dal Presidente del Tribunale dei  Minori, Livia Pomodoro, a Milano, presso lo Spazio No'hma , dedicato alla sorella attrice Teresa, nell'ambito della rassegna "Ritratti d'autore".

Dinanzi ad un vasto pubblico, l'artista ha iniziato a snocciolare i ricordi, dicendo che il suo sogno sarebbe stato quello di fare  il magistrato, carriera che ha pensato bene di non intraprendere, forse intuendo quello che sarebbe successo a tale categoria, in questo delicato contesto politico. Racconta di avere comunque studiato giurisprudenza a Napoli, dopo aver lasciato Foggia ( i "lampascioni", prodotto pugliese per antonomasia, confessa di comprarli a Milano, in via Solferino, perchè li ritiene  più buoni, e non di provenienza  tunisina come quelli della sua città d'origine). Non si contano le risate dei presenti per le numerose battute ironiche che Arbore proferisce come un consumato cabarettista. Della città campana, di adozione, menziona, oltre agli studi forensi, con l'esame di Diritto Civile e Privato ripetuto sei volte, l'abitudine che avevano in Tribunale di affittare le giacche a 50 lire, e pausa allusiva..."i testimoni falsi". Lui, appassionato di musica jazz, supera un concorso alla Rai, in qualità di programmatore di musica leggera, entrando in contatto con Gianni Boncompagni, a cui deve, fra le altre cose, il superamento della timidezza. Nascono così  trasmissioni di grande successo come "Bandiera gialla " e "Alto gradimento" nel 1970. Continua a ripetere, con soddisfazione, di aver inventato la tecnica dell'improvvisazione radiofonica con Mario Marenco e Giorgio Bracardi. A Milano, nel 1969, in "Speciale per voi" fece debuttare nientemeno che Lucio Battisti e Patty Pravo. In tale metropoli, contrariamente a quanto si pensa, trovò un calore inaspettato, a questo proposito cita il libro a lui caro, di Giuseppe Marotta "A Milano non fa freddo", titolo che ricorda di aver dato ad un suo spettacolo con "L'Orchestra italiana", tenuto nel capoluogo meneghino, in periodo prenatalizio, in una serata dal clima decisamente più che rigido, cosa che ironicamente contraddiceva i presupposti della considerazione a cui ci si ispirava. Cita anche le sue esperienze cinematografiche come "Il  Papocchio", gli anni della rivoluzione su Rai 2 con Andrea Barbato. La vera rivoluzione però, fu a suo dire, "L'altra domenica", a cui presero parte Roberto Benigni (celebre la sua affettuosa battuta, montata dalla stampa "Woitilaccio" che fu tacciata di vilipendio della religione) e Andy Luotto, con varie forme di umorismo, oltre quello surreale dell'architetto Marenco.

Nel 2005 è la volta di "Meno siamo meglio stiamo", trasmissione basata anche questa sulla tecnica che lui predilige, vale a dire, quella dell'improvvisazione. Seguono "Tagli, ritagli, frattaglie", "Cari amici vicini e lontani" che fece registrare dai 14 ai 18 milioni di spettatori per serata. Si arriva a metà degli Anni '80 con "Quelli della notte", che annoverava ben 40 persone nuove, tra le quali, Marisa Laurito, Gegè Telesforo e l'onnipresente Frassica, segue "Indietro tutta". Alla domanda quale sia la differenza della sua, con la televisione attuale, dice che adesso, tutto segue un copione scritto, mentre prima, tutto scaturiva dall'immediatezza delle battute proferite, ciò che ora conta è l'audience, ossia il numero di spettatori, catturati spesso da espedienti forzati. I programmi si basano su dei format, attinti da vari Paesi, che  si adeguano ai gusti degli spettatori per vendere la pubblicità, manca però  l'aspetto "artigianale" delle produzioni.

Una successiva parentesi aperta dall'artista foggiano, è quella che riguarda le performance de "L'Orchestra italiana" che riscuote successi nei posti più disparati del mondo, a maggio Arbore terrà un concerto al Teatro degli Arcimboldi. La fortunata compagine, nasce dalla passione di jazzisti, per le canzoni napoletane, cita Stefano Bollani, definendolo un vero "genio"; è stato cambiato  semplicemente il ritmo delle medesime, mantenendo intatto il resto.

Per il futuro, Arbore confessa che sta esplorando il Web, inoltre  la Rai, con Giovanni  Minoli, riproporrà 10 puntate, incentrate sulle sue celebri trasmissioni, nell'ambito della serie "La Storia siamo noi". Quasi fosse un  particolare secondario, aggiunge, con tono dimesso, che sta per uscire un libro, dal titolo "Renzo Arbore e basta".

E' bastata una persona come lui, in una piovosa giornata domenicale, a far trascorrere momenti di spensieratezza, ripercorrendo la storia della televisione e di alcuni stereotipi che l'hanno simpaticamente caratterizzata. Il pubblico, per nulla stanco dopo un paio d'ore di aneddoti, inframmezzati da argute battute ironiche, ringrazia la "padrona di casa" Livia Pomodoro, per la sensazionale opportunità offerta, presso il Teatro Spazio No'hma.

 

Giuseppina Serafino

WeWrite, anno IV, n.4, aprile 2013