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Citazioni di Vito Mancuso

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Vito Mancuso - citazioniVito Mancuso è un teologo italiano, nato a Carate Brianza nel 1962. Dal 2004 al 2011 docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano, insegna Storia delle dottrine teologiche all'Università degli Studi di Padova da marzo 2013.

Proponiamo di seguito le citazioni tratte dai suoi libri.



Citazioni di Vito Mancuso dal saggio Io e Dio. Una guida dei perplessi (Garzanti, 2011)


È il bene la scintilla della vera religione, la rivelazione originaria.


Definisco dialogico il cristianesimo che concepisce la verità del mondo e della vita come più grande della propria identità, perché pensa la verità non in termini di statica dottrina ma come processo dinamico e relazionale sempre in atto, come logica della vita concreta. Rispetto a tale verità concreta della vita, la propria identità cristiana è interpretata come metodo per immettere più armonia e più organizzazione nel processo vitale. Chi vi aderisce desidera essere prima di tutto e alla fine di tutto un uomo, e interpreta il senso del suo essere cristiano come finalizzato a essere uomo nel modo più autentico possibile.


Citazioni di Vito Mancuso dal saggio Obbedienza e libertà (Fazi Editore, 2012)

C'è infatti un tragico paradosso in cui si dibatte la coscienza cattolica: l'istituzione per merito della quale ancora oggi nel mondo continua a risuonare il messaggio di liberazione di Gesù è governata nel suo vertice da una logica che rispecchia proprio quel potere contro cui Gesù lottò fino a essere ucciso. Questa è la logica paradossale e a volte tragica dell'essere oggi, e non solo oggi, un cattolico.


Dicendo di "amare le contraddizioni" non si intende affermare altro che l'amore per la vita. Amare la vita più di ogni razionalizzazione che pretenda di incasellarla e disciplinarla. Infatti è proprio la vita, nel suo farsi che continuamente si svolge sotto i nostri occhi, e dentro i nostri occhi, a procedere mediante contraddizioni.


Il cristianesimo autentico guarda al mondo con lo stesso sguardo di Dio, lo sguardo di chi lo ama e vuole il suo bene in tutti i suoi aspetti e per tutti i suoi figli, con la convinzione che si è tanto più vicini a Dio quanto più si è gratuitamente per il mondo.


Naturalmente senza Chiesa non si dà fede e non si dà teologia, sia perché è la Chiesa a trasmettere il contenuto della fede, sia perché la costruzione della Chiesa in quanto comunione e comunità è il naturale sbocco della fede vissuta.


Citazioni di Vito Mancuso dal saggio La vita autentica (Raffaello Cortina Editore, 2009)

La predisposizione alla relazione ordinata, in realtà, è inscritta nella nostra stessa carne. Consideriamo il fatto che tutti i cromosomi contenuti nel nucleo delle nostre cellule sono disposti in coppia di 23 + 23, sono cioè, come dicono gli esperti, diploidi. Con una significativa eccezione: le cellule germinali, che hanno solo 23 cromosomi e per questo vengono chiamate aploidi, cioè semplici, e sono tali per potersi unire con un’altra cellula aploide e fondere con essa i cromosomi componendo una nuova unità vitale diploide. Non a caso queste cellule, cui dobbiamo la nostra generazione, sono state chiamate gameti, cioè matrimoniali (gàmos in greco è il matrimonio). È solo dall’ordine di una relazione che nasce la vita.


Citazioni di Vito Mancuso dal saggio L’anima e il suo destino, (Raffaello Cortina Editore, 2007)

Il britannico Paul Davies, fisico di fama mondiale e agnostico quanto a fede religiosa, scrive che «le probabilità contrarie alla sintesi puramente casuale delle sole proteine sono 1040.000. Ciò significa 1 seguito da 40.000 zeri, un numero che, scritto per esteso, occuperebbe un interno capitolo di questo libro». Le proteine, com’è noto, sono la base della vita. Davies prosegue riportando l’osservazione di Fred Hoyle, il matematico e astrofisico britannico sostenitore del modello stazionario dell’universo e ancor più agnostico di Davies quanto a fede religiosa, secondo cui «le probabilità che un processo spontaneo metta insieme un essere vivente sono analoghe a quelle che una tromba d’aria, spazzando un deposito di robivecchi, produca un Boeing 747 perfettamente funzionante».


Lavoriamo per pensare bene. Lo scopo della vita consiste in questo, visto che l’esistenza concreta di un uomo è la traduzione in atto dei pensieri che ha, o meglio, dei pensieri che è.


È questo amore che la mia religione pone quale sorgente e meta dell’essere. Il cuore della religione cristiana è l’idea che il Principio Ordinatore del mondo (il Logos) rimanda a un Principio Personale (il Dio trinitario). La mia religione dice che il Logos impersonale immanente al mondo si è manifestato come persona, perché c’è stato un uomo, Gesù di Nazaret, che l’ha perfettamente riprodotto in se stesso, ha perfettamente attuato in sé e fuori di sé la logica dell’armonia cosmica, la relazione ordinata, che nel suo vertice si chiama amore. Lo ha fatto al punto tale che guardando a lui è possibile comprendere che il Principio Primo dell’essere è in se stesso relazione (in questo senso è trino) ed è in se stesso amore (in questo senso è uno). Nell’evento dell’incarnazione del Logos è contenuta la più alta custodia del mistero della persona umana. Questo è il cuore del Cristianesimo, questo è ciò che esso ha consegnato all’Occidente, la terra dove, non certo a caso, sono nati i diritti dell’uomo.
Sulla base di queste argomentazioni ritengo sia ragionevole sostenere che la quinta discontinuità all’interno del processo evolutivo dell’energia cosmica possa condurre a una vita oltre la morte di tipo personale.


Allora, secondo la mia prospettiva, le religioni sono tutte uguali? No, le religioni non sono tutte uguali, alcune sono più vicine alla verità di altre, e io non ne conosco nessuna (probabilmente perché sono nato in essa) che, come il Cristianesimo, sappia pensare l’unità nella distinzione personale tra l’uomo e Dio.


Immagino che tutti i lettori conoscano queste parole: «Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito». Sono tratte dal Vangelo di Matteo (25, 34-36). Ve ne sono di analoghe: «Ho soddisfatto Dio con ciò che ama. Ho dato pane all’affamato, acqua all’assetato, vesti all’ignudo, una barca a chi non ne aveva». Sono parole che vengono dal capitolo 125 del Libro dei Morti dell’antico Egitto e risalgono a 1500 anni prima di Cristo. Vi sono uomini di Chiesa che hanno paura di testi di questo genere perché sentono minacciata la specificità del Cristianesimo. È vero il contrario. Da un testo come questo emerge la verità del Cristianesimo, verità come universalità, verità che Dio mai fece mancare al genere umano e di cui la rivelazione storica costituisce la grammatica definitiva.


Citazioni dal libro Il caso o la speranza? Un dibattito senza diplomazia di Vito Mancuso e Paolo Flores D'Arcais (Garzanti, 2013)

Credere è una particolare inclinazione del pensare. Io ne parlerei come di un pensare con il cuore, di un pensare al senso globale dell'esistenza parteggiando per il bene e la giustizia.