Recensire un libro di Fabio Volo è meno semplice di quanto possa sembrare, essendo uno degli autori italiani più discussi degli ultimi anni. Tuttavia la maggior parte di coloro che ne hanno letto l’intera bibliografia sembra essere concorde nel ritenere Il tempo che vorrei (di Fabio Volo, Mondadori, 2009) l’opera che ne segna la maturità professionale.
L’evoluzione rispetto alle opere precedenti si denota già dall’argomento trattato che non è più soltanto il rapporto di coppia, bensì anche il rapporto padre- figlio.
Gli argomenti narrati in realtà sono molteplici, questo perché nel descrivere la vita di qualcuno non si possono isolarne i singoli componenti. Ecco dunque che anche la vita lavorativa del protagonista è strettamente correlata a quella affettiva e per questo costituisce parte integrante del romanzo.
Leit motiv – già sapientemente raccolto e sintetizzato nel titolo – é senza dubbio il rimpianto. Lorenzo, il protagonista, è infatti un uomo di circa quarant’anni che si trova a fare i conti con il proprio passato. Mette a fuoco quella che è stata la sua esperienza fino a quel giorno e capisce di voler provare a recuperare i due amori che più l’hanno messo in difficoltà: quello con il padre, che a causa delle difficoltà economiche e di un carattere introverso, è stato poco presente e quello con la sua ex compagna, che se n'è andata e sta per sposarsi con un altro.
Da questa presa di coscienza parte il viaggio di Lorenzo alla ricerca di tutti i momenti persi, del tempo sprecato e delle occasioni mancate. Si tratta di un viaggio introspettivo che lo porterà a conoscere meglio se stesso e a comprendere le ragioni ed i comportamenti di chi gli è accanto. Sarà quindi un percorso di grande crescita volto a non ripetere gli stessi errori del passato.
Secondo alcuni questo romanzo presenta diversi aspetti autobiografici. Quel che è certo e palpabile anche per chi non conosce la vita dell’autore è il suo stile molto genuino. Fabio Volo è infatti estremamente abile nel descrivere la quotidianità in modo autentico, sincero quasi spassionato.
L’insieme di questi fattori e la tipologie di storie narrate fanno sì che il lettore si possa facilmente riconoscere, almeno in parte, nei personaggi. Leggendo questo romanzo in particolare ci si stupisce di quanto la vita di Lorenzo a tratti sia sovrapponibile con la nostra.
Il ritmo della narrazione è certamente molto scorrevole e coinvolgente. Si alternano sapientemente momenti di commozione e malinconia con aspetti di grande leggerezza e ironia, proprio come accade a ciascuno di noi quando ci si guarda indietro e come in un film (o in un libro, visto il nostro caso) si ripercorre la propria vita.
Delia Peccetti
WeWrite, anno IV, n.1, gennaio 2013