Non vi lascerò orfani (di Daria Bignardi, Grandi Bestsellers Oscar Mondadori) è un racconto autobiografico che raccoglie una serie di aneddoti familiari, legati alla figura materna. Questa scelta deriva dall’evento che ha dato origine alla narrazione, ossia l’improvvisa e dolorosa scomparsa della signora Giannarosa, madre dell’autrice.
Il capitolo d’apertura Orfani adulti venne originariamente pubblicato sulla rivista Vanity Fair, e fa in qualche modo da introduzione a un racconto che va ben oltre la descrizione dell’immenso dolore che provoca la perdita di un genitore.
Inizialmente il tema centrale del libro sembra quindi essere l’elaborazione del lutto, ma a partire dal secondo capitolo il registro cambia significativamente.
L’autrice Daria Bignardi comincia, infatti, a condividere – quasi fosse un diario o una chiacchierata con un’amica – piccoli e grandi ricordi, che come sapienti sfumature danno vita a un ritratto della sua famiglia, a tratti un po’ caotico ma certamente genuino.
Così, proprio come avviene nella vita quotidiana, si passa da aneddoti divertenti raccontati con grande ironia a momenti più drammatici e intimi trattati con grande profondità.
Non vi lascerò orfani narra quindi la storia di una famiglia unica con la quale però si possono facilmente trovare analogie e affinità. Al centro di questa narrazione non vi sono infatti i singoli protagonisti quanto i legami che esistono tra di loro e che non si esauriscono con la loro scomparsa.
Ovviamente il delicato rapporto madre-figlia occupa un posto centrale nel corso di tutta la narrazione. Colpisce la sincerità con cui l’autrice ne ricorda anche gli aspetti più complicati, che certamente fanno parte del vissuto di molti ma che spesso post mortem vengono edulcorati, se non addirittura omessi.
L’esperienza dell’autrice implicitamente ricorda quindi al lettore l’importanza del ricordo e della condivisione, senza le quali i rapporti non possono essere alimentati. Non solo ma viene anche sottolineato il valore identitario che deriva dalla riscoperta del proprio passato.
La narrazione è molto fluida e scorrevole, spesso “condita” con alcune espressioni usate abitualmente nella famiglia Bignardi, tanto da diventare veri e propri modi di dire. A farla da padrone è indubbiamente il famoso senza guardare della signora Giannarosa, che vuole indicare un modo di fare le cose senza alcuno sforzo. Ed è proprio così che Non vi lascerò orfani sembre essere stato scritto, con grande spontaneità e semplicità.
Delia Peccetti
WeWrite, anno III, n.9, settembre 2012