L'anonimato: la forza di Internet – Uno dei lati peculiari del vasto mondo di internet, e anche un suo notevole punto di forza, è di sicuro il fatto di essere privo di qualsivoglia discriminazione o divieto. Al contrario di quando accade nel nostro quotidiano, non ci sono esclusioni né spontanee né strategiche: nessuno è o può essere messo a tacere, non c’è filtro alle affermazioni o alle opinioni. Dietro uno schermo, il ricorso all'anonimato non viene contestato o criticato: chiunque può spacciarsi per chiunque altro, essere ciò che preferisce, e tutti contano al massimo poiché nessuno conta davvero nulla; serietà, ironia, follia e stupidità finiscono per amalgamarsi in un unico calderone.
I forum, le chat, i blog, i social network, sono tutti strumenti per far emergere delle personalità che vanno oltre i dati anagrafici, l’esteriorità: perfino Facebook, che per regolamento richiederebbe agli iscritti di non mentire sulla propria identità, non riesce a contenere questo immenso Carnevale e viene raggirato. Diviene perciò doppiamente buffo constatare come, sovente, le trovate migliori giungano proprio da chi non dà la priorità a rendersi riconoscibile, ma solo a promuovere il proprio talento.
Una strana antologia – È sull'onda di tale filosofia di valorizzazione dell’anonimato, in cui l’idea prevarica e anticipa l’ideatore, che nasce in tempi recenti un interessante portale in lingua inglese, chiamato Creepypasta. Questo nome, curiosa parola composta da creepy (spaventoso) e da una corruzione slang del verbo to paste (incollare), è già di per sé un semplice ma chiaro manifesto programmatico: il lavoro della sua misteriosa admin (una non meglio specificata Sarah, 24 anni, americana) consiste in una banale operazione di “copincolla” su alcuni racconti brevi o brevissimi, accomunati dai tre elementi fondamentali:
- L'appartenenza a un filone in bilico tra l'horror, la più classica ghost story e, più in generale, il paranormale in tutte le sue declinazioni.
- La non riconducibilità a una “fonte”, o a una collocazione ben determinata nel tortuoso continuum del web: il reperimento dei suddetti racconti, infatti, è fortuito e non derivato da una caccia settoriale; ognuno di essi viene trovato per caso (di solito all’interno di forum, cioè a dire una delle istituzioni internamente più cangianti e, a scapito della netiquette, meno rigorose), letto al volo e, se giudicato meritevole, scelto e “rubato” cogliendo l’attimo.
- Come preannunciato, l’assoluta indeterminabilità di un autore, o quantomeno di un autore con un volto, un nome e un cognome; questi scrittori improvvisati, nella stragrande maggioranza, sono citati in nota, protetti da un nickname.
Creepypasta – La linfa della fantasia in quest’ antologia pare inesauribile, così come è assai ampia la varietà degli argomenti e delle trame; e questo, sulla carta, comporterebbe il rischio che la consultazione sia dispersiva e confusa. Tuttavia, la provvida Sarah, individuati col tempo i sottogeneri principali, si è preoccupata di dividere le novelle in diverse sezioni, a loro volta distinte da affascinanti disegni, sfogliabili e cliccabili nell'apposito menu.
Frequentissimi sono i colpi di scena, i ribaltamenti di prospettiva, gli assorbimenti del “tu” lettore in un “tu” personaggio e, al termine di un efficace climax, i finali shock; molto di rado, in effetti, viene risparmiato ai protagonisti un triste e macabro destino.
L’alone che permea il tutto, ad ogni modo, è sempre caratterizzato dall’implicito e concorde gioco del dubbio, dall’interrogativo irrisolto, dall’ipotesi di una veridicità che pungola ma alla quale non si osa pensare; si avverte il gusto spiccato e cinematografico (nonché americanissimo) per la leggenda metropolitana, quella nera ninnananna da recitarsi a vicenda fra amici, seduti in cerchio e con una torcia puntata sulla faccia, prima di coricarsi e dormire un sonno striato di incubi.
La mancanza di un autore con dei connotati, peraltro, contribuisce a dare la sensazione che le storie siano “sbucate dal nulla”, che si siano “scritte da sole”, e che siano in un certo senso eterne: inquietanti profezie gettate dall'inizio dei tempi dentro un flusso di indifferenti codici binari, pronte a terrorizzare gli incauti naviganti che vi si imbatteranno. Perché sì, al di là di qualsiasi sensazionalismo o sciocco paragone, vale la pena essere obbiettivi: anche se non tutti, parecchi pasta (come, in tono quasi affettuoso, li chiamano i commentatori assidui del sito) sono davvero in grado di spaventare, o se non altro di scuotere, facendo percepire il proverbiale e lieve brivido gelido alla base della schiena.
"Suicide Mouse" – Un esempio gustoso, degno di essere preso in esame separatamente, della carica di fascinazione di questo sconfinato universo narrativo è di certo “Suicide Mouse”. Il testo, arrangiato come l’indiscrezione ufficiosa su un tremendo segreto, descrive un vecchio e rarissimo cortometraggio animato dall’impronta diabolica, con protagonista nientepopodimeno che il sempiterno Topolino, e il cui artefice sarebbe – allacciare le cinture – lo stesso Walt Disney. La cosa potrebbe fermarsi qui, invece no: su YouTube, infatti, circola in più canali un video (perlopiù dal titolo "suicidemouse.avi", con qualche leggere variazione) che corrisponde per filo e per segno al contenuto del pasta.
Una fatica del medesimo autore per renderlo più credibile, o il completamento di un mattacchione virtuale? Qualunque sia la verità, la visione è a dir poco disturbante: inizialmente, un Topolino inespressivo e rigido cammina su uno sfondo monotono, in bianco e nero, accompagnato da una cacofonia di tasti di pianoforte; col passare dei minuti, i suoi lineamenti si deformano e la musica viene sostituita da grida lancinanti, fino agli ultimi secondi in cui tutto si scioglie e si fonde insieme, orrendamente. I riferimenti alla cultura popolare sono lampanti (impossibile che nessuno ricordi la videocassetta maledetta della saga di The Ring), ma quello che più colpisce è il totale stravolgimento di una figura così celebre e che, per tradizione, racchiuderebbe i valori più genuini da raggiungere: intuito, intelligenza, sprezzo del pericolo, romanticismo, dedizione, fedeltà. Qui, del simpatico topo parlante, eroe di più di una generazione, non resta che una lurida antitesi, una distorsione malata.
Il sottile autolesionismo – Ma questa, a conti fatti, è soltanto una delle tante manifestazioni della potenza di internet, e del suo fondamento di uguaglianza: quando non c’è conoscenza approfondita dell’altro, quando una sola parola può avere legittimità suprema, il limen del reale si fa labile. Ed è lì che, silente, scatta la molla che giustifica il successo di Creepypasta: il sottile autolesionismo degli uomini, che forse, sotto sotto, godono scavando nella voragine delle loro paure.
Jacopo La Posta
WeWrite, anno I, n. 6, giugno 2010