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Simple life, la nuova moda del "Neofrugale".

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Una nuova filosofia di vita si sta diffondendo negli Stati Uniti e come tutte le tendenze d’oltre oceano non tarderà a sbarcare anche in Europa.
L’idea è quella di un ritorno ad una vita "neofrugale", evitando l’iper-consumo.

L’educazione al consumo sbarca sui media – Complice la crisi, negli U.S.A. sembrano avere rispolverato i vecchi testi di Henry David Thoreau – figura di spicco del movimento trascendentalista, opponendo la frugalità al consumismo forsennato – creando numerose associazioni che promuovono la politica della "vita semplice", come il Simple Living Institute o la stessa fondazione Thoreau. Ma dal serio al faceto il passo è breve ed ecco prendere vita sia sul web che in tv svariate forme di "educazione al consumo".
Vanta numerose apparizioni al celeberrimo "The Ophra Winfrey Show", Peter Walsh, organizzatore, classe 1956, che deve il suo successo a testi e seminari ma soprattutto ai week end "Cleen & Sweep" dove in due giorni si impara a fare una grande scrematura in casa, tra oggetti utili e non.
Una citazione in merito ai corsi autodidattici, per combattere gli acquisti inutili, è fatta nel film "I love Shopping", tratta dalla collana di successo scritta da Sophie Kinsella, dove la protagonista, alle prese con attacchi di shoppimg compulsivo, cerca di rimediare seguendo consigli su come non ascoltare i richiami delle vetrine.

Una scommessa nata in California – Tutto ciò fino ad arrivare alla sfida lanciata da Dave Bruno. L’imprenditore californiano ha creato un blog personale, "guycalledave", aggiornato giorno per giorno, dal quale ha lanciato una sfida: dal 12 novembre ‘08, vivere per un anno intero solo con 100 oggetti di uso quotidiano. Terminata e vinta la sua scommessa, Dave in questi mesi ha parlato di una vocazione nascente e di fiducia nelle prospettive sul suo esperimento. È stato un modo per affrontare la sua personale guerra al consumismo: "Guardando la casa dove vivo con mia moglie e le nostre figlie mi sono reso conto che gli oggetti ci stavano letteralmente sommergendo" dice Dave, quindi via a tutto il superfluo. È lui stesso a catalogare cosa sia realmente utile e cosa no: innanzitutto parla solo dei suoi oggetti personali, escludendo tutto ciò che è in condivisione con il resto della famiglia. Dopodiché si passa a tutti quegli oggetti che racchiudono un valore affettivo, i quali sono stati messi da Bruno in garage promettendo di non toccarli fino al termine dell’esperimento, per poi cercare di rivenderli su eBay. A un’altra categoria appartengono invece tutte le cose necessarie all’igiene personale e quelle "a gruppi" come calzini e biancheria varia, che dovrà essere gestita con più bucati, riducendo al minimo i cambi.

E gli adepti aumentano – Proseguendo nella lettura del suo blog, redatto giorno per giorno in tutto quest’anno, però si comincia a intravvedere una certa "apertura" nelle regole autoimposte, quando si parla dei suoi libri che promette di ridurre a un numero inferiore al centinaio e della sua collezione di trenini anche lei destinata al ridimensionamento… In linea di massima vige la regola che "se una cosa entra l’altra esce".
Questa avventura ha avuto un certo seguito che Bruno incrementava spesso dalle pagine del blog, invitando chiunque lo desiderasse a inviargli consigli ed esperienze,  mentre tramite Facebook raccoglieva nuovi "adepti" della filosofia del limitare i consumi. La stravagante esperienza diventerà un libro di cui è prevista l’uscita in America per il 2010.

Roberta Leone


WeWrite, anno I, n. 1, gennaio 2010