«…ognuno di noi pensa di avere molte strade e di poter scegliere da sé. Ma forse sarebbe più esatto dire che sogna il momento di scegliere. Così può capitare di trovarsi, come se fosse la cosa più normale del mondo, in pieno inverno dentro una pozzanghera su un tetto in un paese sconosciuto, a guardare il cielo notturno insieme a un katsudon. Ah, com’è bella la luna!».
Banana Yoshimoto, Kitchen, ed. Universale Economica Feltrinelli
Con un po’ di fantasia ─ Non sapete come fare per riconquistare un amore perduto? Mikage un metodo ce l’ha: è grazie a un katsudon che riesce a riavvicinarsi a Yuiki, il suo amore. Potete provare a cucinarlo anche voi, ma se volete un finale altrettanto spettacolare, seguite la ricetta fino in fondo. Il che prevede un’arrampicata notturna sul tetto in un’atmosfera surreale, a metà strada tra sogno e fumetto manga della più classica tradizione giapponese. Se però, ahimè, non siete così fantasiosi, invitate a cena il vostro amore e fategli gustare il katsudon comodamente a casa vostra, trovando come scusa alla mancanza di effetti speciali il tempo piovoso, o il mal di schiena. Dopo tutto, se siete fortunati, potrebbe funzionare ugualmente.
Sapori d’Oriente ─ Kitchen è un tributo alla cucina giapponese più amata: ogni pagina è un sublime accostamento di sapori e profumi e ci sentiamo avvolti nelle atmosfere tipiche della tradizione culinaria di questo Paese. Banana Yoshimoto, cuoca e buongustaia, trasmette il suo amore per la cucina in maniera intensa e appassionata. Pirofile e zuppiere colorate, scodelle per zuppe, piatti, bicchieri scintillanti, boccali di birra: questa per Mikage è la felicità. La cucina è non solo la stanza della casa in cui è possibile trovare calore e protezione, ma è anche una nobile arte attraverso cui esprimere il proprio modo di essere, evadere dalla realtà e cercare la propria dimensione interiore. Inoltre è un luogo in cui ritrovarsi per stare insieme, condividere pensieri, ricordi e rafforza i legami.
Il segreto è… ─ I protagonisti spesso si ritrovano davanti a una tazza di tè o a un piatto fumante e si scambiano idee, paure e desideri mentre un velo di sottile malinconia sembra avvolgere ogni cosa come una nebbia sottile. L’amore è l’argomento principale del romanzo: amore in tutti i sensi: amore come desiderio profondo, amore che guarisce tutte le ferite e amore che fa soffrire. Ma è proprio il dolore, quello più cupo e solitario, quello che logora il cuore e l’anima, che alla fine porta alla consapevolezza del fatto che l’unico modo per sfuggire alla morte sia quello di restare uniti senza mai perdersi.
Un piatto ancora più speciale ─ Il dolore, la paura e la solitudine in questo romanzo si fondono armoniosamente con il desiderio di creare, offrire e assaporare insieme pietanze belle da vedere e deliziose al palato. Il cibo condiviso diventa una ricetta per la felicità: è un modo per sconfiggere la tristezza e consolidare i legami con gli altri. E così quando Yuiki si chiede: «Perché quando mangio qualcosa con te è sempre così buono?» ci viene da pensare che il vero segreto non stia nella ricetta ma in questa frase: «Forse perché siamo in famiglia».
Perché, magari, mangiando quel katsudon in due, il vuoto che ognuno di noi si porta dentro non sembra più così terribile e profondo.
Sara Sirtori
WeWrite, anno III, n.11, novembre 2012