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Home Tecnologia Pinterest: cos'è, come funziona

Pinterest: cos'è, come funziona

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Pinterest logoÈ nato negli Stati Uniti all’inizio del 2010 e sta conoscendo la propria fase di espansione e successo durante questi primi mesi del 2012 in cui è diventato noto anche in Italia. Si tratta di un social network che, a differenza dei suoi “fratelli” Facebook e Twitter, si basa sul concetto di scambio e interazione non tra persone, ma tra immagini. È Pinterest: servizio al quale, per il momento, si accede tramite l’invito di un utente già iscritto oppure lasciando la propria mail sul sito web www.pinterest.com.


Questa nuova piattaforma è una lavagna virtuale (Pinboard) su cui è possibile appuntare tramite una puntina digitale (Pin) tutto ciò che in rete riteniamo interessante. Da qui il nome Pinterest. Possono essere collezionati sia immagini che video ed è possibile creare tante pinboard quanti sono gli interessi dell’utente. Arte, arredamento, cibo, libri, luoghi, viaggi, eventi, design sono solo alcuni esempi di tematiche secondo le quali categorizzare le immagini. Le lavagne virtuali vengono costruite e arricchite tramite il tasto Pin It che si installa nella barra di navigazione del proprio browser internet e consente di “rubare” le immagini dai siti web, ma anche di “ripinnare” (tramite il tasto Repin) quelle condivise dagli altri utenti. Il sistema di condivisione è mutuato da Twitter. Si basa cioè sul principio del following, secondo cui si seguono gli utenti coi quali si condividono gli stessi interessi. In sostanza, è un’ottima bacheca per archiviare materiale e trarre ispirazione da quello proposto dagli altri, per chi, per lavoro o per passione, è abituato a comunicare per immagini. Pinterest rappresenta inoltre un’ottima vetrina e un’opportunità di business per i siti web che possono installare il bottone Follow me on Pinterest e creare lavagne con i loro prodotti: una buona forma di pubblicità e un incremento di traffico di visitatori verso il sito.

Ma in che modo Pinterest realizza il proprio guadagno? Tramite il sistema chiamato Skimlinks. Dopo che un utente pubblica un pin raccolto nel web, viene generato un link al sito da cui l’immagine è stata presa e il sistema lo modifica aggiungendo un proprio codice di monitoraggio e affiliazione. In questo modo, se un utente clicca sull’immagine da Pinterest e poi procede all’acquisto, Pinterest riceve una percentuale sulla transazione.

Abbiamo chiesto a Tommaso Sorchiotti, Social media activist, esperto di formazione e strategie di comunicazione basate sui nuovi strumenti della rete e autore delle pubblicazioni Come si fa un blog 2.0 (Tecniche Nuove, pp 180) Personal Branding (Hoepli, pp 291) e Fare Business con i Social Network - Personal Branding (Hoepli, pp 159) la sua opinione riguardo lo sviluppo di questa nuovo social network:

Che cosa è davvero Pinterest secondo te:  il social network che premia la content curation, il Flickr evoluto? Vetrina personale di interessi, passioni, hobby o mero strumento di e-commerce mascherato da social network? In che cosa è innovativo e tu quale uso ne fai?

“Pinterest è quanto di meno innovativo concettualmente esista in rete: una bacheca per pubblicare le proprie immagini, o quelle che si trovano ed apprezzano online, un brillante incrocio tra un servizio di visual bookmarking e Tumblr. In un periodo in cui la content curation e la comunicazione per immagini (si pensi solo alle infografiche) la fa da padrone, uno strumento per organizzare e promuovere "materiali visivi" diventa fondamentale. Il mio uso è da appassionato di visual: mi appunto nelle varie bacheche quello che trovo in Rete. Ho creato una decina di board per definire qual è il mio stile e quali sono i miei interessi (alcuni almeno). Nel mio caso sta togliendo spazio a Tumblr”.

Secondo la tua esperienza di social media activist, di uno che i social media li vive e li studia, percepisci che avrà davvero un uso allargato anche in Italia? Se presenti, quali limiti individui alla sua diffusione?

No, non credo che avrà un uso molto diffuso in Italia. Siamo abituati e portati a pensare all'ultimo servizio di tendenza come ad una potenziale killer application dell'esistente. Ma quasi mai è così. Lo si diceva di Twitter e di Tumblr verso i blog. Se riuscirà ad affermarsi costituirà un'opzione della presenza di alcuni ondine”.

Un domanda più in generale sui social network nel mondo business. Esistono aziende o realtà italiane che hanno realizzato un vincente strategia di social media riuscendo a sviluppare una reale orchestrazione tra i diversi social network e ottenendo risultati tangibili sia in termini di contatti-visibilità che in termini economici?

Sì. Purtroppo si tratta di esempi di grandi aziende: Barilla, Ikea, Regione Toscana, Fiat, Pasta Garofalo. Sono le aziende che hanno sviluppato una visione di insieme della propria presenza e comunicazione”.

Ringraziamo Tommaso per averci dato il suo punto di vista. Ora non ci resta che utilizzare e appassionarci a Pinterest e stare a vedere se il verbo pinnare diventerà popolare quanto twittare e taggare.

Elisa Vinai

WeWrite, anno III, n. 3, marzo 2012