Nero o sommerso? – Questa non è una protesta, mentre l’Italia si scalda al fuoco appiccato alla cultura attraverso i tagli all’università o a quello generato da tonnellate di rifiuti. Senza contare le micce governative. Sono in questa situazione da quando mi ricordo, da un’eternità. Svolgo le stesse mansioni da almeno duemila anni. Dopo Cristo. Con passione, con tenacia e allegria. Non mi lamento del lavoro, ma dell’irregolarità che – parliamoci chiaro – è parente stretta della gratuità, almeno quando si tratta di lavoro nero o sommerso. Non è il mio caso specifico, ma mi sembra abbastanza affine. Mi chiamo Cometa e sono la prima di 8 renne ufficiali. Il mio datore di lavoro distribuisce i doni ai bambini.
Il lavoro irregolare – Le mie colleghe renne (Fulmine, Donnola, Freccia, Ballerina, Saltarello, Donato, Cupido) si dichiarano fortunate. A ben guardare 14 aprile 2010 l’Istat ha diffuso le ultime stime sul lavoro irregolare in Italia. Non c’è da stare allegri. Il 2009 annovera 2 milioni e 600 mila persone tra i lavoratori al nero. Poiché l’Istat svolge una stima del lavoro irregolare basandosi su analisi indirette, si tratta di cifre ottimistiche che non considerano quella zona d’ombra fatta di secondi lavori, "lavoretti" e straordinari al nero che invece caratterizzano l’Italia.
Il dato certo proviene dal lavoro nero vero e proprio, con esclusione del nutrito settore dei contratti “flessibili” o delle partite IVA, che in realtà nascondono lavori da dipendente. Molti lavoratori svolgono più di un lavoro al nero, oppure svolgono una quantità di ore lavorative superiore alle 40 settimanali. La somma dei posti di lavoro irregolari (che l’Istat chiama “unità di lavoro”) è in realtà molto maggiore: quasi 3 milioni nel 2009.
La nobiltà di Babbo Natale – Considerando che me la cavo con tre giorni di lavoro l’anno, a seconda dei diversi continenti, posso affermare che seppure irregolare, Babbo Natale è un signore. Mi tratta bene, mi garantisce lustro e posizione, mi nutre come una renna di razza. Cosa si dice invece al governo? Lo scorso 19 ottobre la Camera ha approvato il Ddl sul lavoro: misure contro il lavoro sommerso. La sanzione amministrativa prevista va da euro 1.500 a euro 12.000 per ciascun lavoratore irregolare, maggiorata di euro 150 per ciascuna giornata di lavoro effettivo. Inoltre, nel caso in cui il lavoratore risulti regolarmente occupato per un periodo lavorativo successivo, la sanzione va da euro 1.000 a euro 8.000, maggiorata di euro 30 per ciascuna giornata di lavoro irregolare. Infine, l’importo delle sanzioni civili connesse all’evasione dei contributi e dei premi riferiti a ciascun lavoratore irregolare, è aumentato del 50 per cento. Da questo groviglio di norme e di diritti infranti non potrei mai districarmi. Preferisco correre, o meglio volare, sopra i cieli della foresta boreale e portare doni ai bambini di tutto il mondo. Meno male che c’è Babbo Natale.
Michela Maffei
WeWrite, anno I, n. 11, dicembre 2010