È abbastanza nota la riflessione di Slavoj Žižek sul cesso come metafora e indicazione del carattere (filosofico ma non solo) di un popolo. I cessi, come i cimiteri, sono la part maudite, il punto cieco della società, in cui proprio per questo loro essere dimenticati e relegati nell'oblio, molto si rivela.
Chi non ha mai sentito parlare dei cessi giapponesi super tecnologici? Probabilmente il soggetto racchiude in sé molto di come il Paese del Sol Levante viene visto e considerato dall'esterno, tecnologia avanzata unita a una sorta di assurdità difficilmente spiegabile al primo sguardo.
Naturalmente sono una comicità e un mistero tutti insiti nell'occhio di chi guarda. Sia come sia, i bagni rimangono uno dei luoghi migliori dove poter misurare la distanza e l'alterigia che ci separano dal popolo giapponese e dalle sue abitudini. A cominciare dal numero, il turista neofita del Giappone rimarrà spaesato dalla quantità di bagni pubblici presenti sul territorio, nei parchi, due o tre presenti per ogni piano nei grandi magazzini. Allo stesso tempo partecipando alla gita domenicale in autobus, si rimarrà esterrefatti dal numero di soste pro-bagno che il mezzo farà, probabilmente un fattore dovuto sia all'alta età media dei partecipanti (e dei giapponesi), ma anche al tipo di cibo consumato, lo straniero che abita nell'arcipelago vi potrà confermare la cosa. Un'altra cosa che attirerebbe l'attenzione dell'eventuale turista sui cessi è la loro pulizia, dove in Italia si dice "una latrina, un cesso" per indicare un luogo sporco, in giapponese si potrebbe dire "lindo come una toilette".
Che dire poi degli incontri femminili a sorpresa che si possono fare in questi posti? Non si pensi male, ma spesso mentre si è impegnati nello "scarico", le donne delle pulizie entrano con non-chalanche non facendo minimamente caso al fatto che un numero imprecisato di uomini stia facendo i bisogni. Oppure, come non ricordare il dispositivo sonoro inserito sia nei bagni pubblici maschili sia femminili, che riproduce il rumore dello sciacquone e che si può attivare per coprire i rumori "vari" durante l'espletazione. Un senso di vergogna e di difesa della privacy che molto ci dice sulla società giapponese contemporanea.
L'ultima notizia in ordine di tempo, arrivata da quel laboratorio antropologico che sono i bagni giapponesi, è arrivata un paio di mesi fa, quando la nota casa di produzione di videogiochi SEGA ha fatto sapere che avrebbe installato come prova, nei bagni maschili, un sistema per poter giocare anche quando si fa la pipì. Lo scopo del gioco e simile a quello di un tiro al bersaglio, niente freccette però, qui sono sostituite dal liquido giallo. Buon divertimento e attenzione a non bagnarsi.
Matteo Boscarol
WeStyle n.1, febbraio 2011, supplemento a WeWrite, anno II, n. 2, febbraio 2011