«Il valore di un uomo si misura dalle poche cose che crea, non dai molti beni che accumula». (Kahlil Gibran).
Tutto ebbe inizio nel 2008, con la sfida lanciata dall’imprenditore californiano Dave Bruno: avrebbe vissuto un anno intero con sole 100 cose essenziali. Nasce così la 100 Thing Challenge, La sfida delle 100 cose, che è in seguito diventata un vero e proprio movimento sociale e uno stile di vita che ha coinvolto centinaia di persone in tutto il mondo. Ma di cosa si tratta?
La sfida lanciata da Bruno consiste nel ridurre il proprio guardaroba, liberandosi dalla schiavitù di oggetti superflui (possibilmente offrendoli in dono a chi ne ha più bisogno), per sconfiggere la tentazione del consumo smodato ed eccessivo.
«Guardatevi intorno – spiega Bruno – siamo sommersi da oggetti inutili che compriamo compulsivamente, gli oggetti non sono più strumenti per vivere, ma feticci che adoriamo senza nemmeno rendercene conto. Dobbiamo amare gli esseri umani, non gli oggetti».
Una perla di saggezza decisamente in controtendenza in questi tempi di consumismo sfrenato, in cui case e armadi traboccano di miriadi di oggetti, spesso nel vano tentativo di riempire vite e animi ormai inariditi.
Ecco la vera sfida: vivere la vita di tutti i giorni, nella propria casa, rinunciando a (quasi) tutto quello che si possiede. L'imprenditore americano decide di condividere la sua singolare esperienza aprendo un blog per discutere e stilare la lista dei cento oggetti da portare.
Veniamo ora all’elenco:
1. Categoria libri:
Libri (a piacere), un volume della Bibbia , 2 riviste in abbonamento, un’agenda Moleskine
2. Oggetti basilari:
Una matita, una penna, un portafogli, un paio di occhiali
3. Tecnologia:
Niente iPhone, ma un computer iMac, una stampante, 2 macchine fotografiche
4. Svago e tempo libero
Attrezzatura da campeggio, (sacchi a pelo, tende, piatti, stoviglie e bicchieri, scarpette per arrampicata), tute e scarpe da ginnastica.
5. Guardaroba e abbigliamento:
Una ventina tra camicie, t-shirt, bermuda, una cintura, due paia di jeans, una cravatta e 6 magliette della salute (che molti, invece, avrebbero considerato esteticamente superflue). Un berretto di lana (definito “orrendo” dalla moglie).
Biancheria intima: una decina di mutande e calzini ritenuti “un solo oggetto”.
6. Igiene personale:
Solo 3 oggetti: rasoio, spazzolino e trimmer per peli del naso e orecchie (oggetto che Dave Bruno tiene a precisare, tenuto “solo perché regalatogli dalla moglie”)
7. Varie ed eventuali:
Un orologio, un’ automobile Mazda 929 e… per salvare la faccia con la moglie, la fede nuziale.
In fondo, come ricorda Dave Bruno, evitare eccessi e sprechi è ecologico, economico, educativo, terapeutico, solidale. Perché non proviamo anche noi ad alleggerire le nostre case (e vite) dalle cose inutili per lasciare spazio ai rapporti umani? E quali sono le 100 cose di cui non potreste mai fare a meno?
Sara Sirtori
WeWrite, anno II, n. 6, giugno 2011